Di tette e d’altri racconti

Di tette e d’altri racconti

Leggevo un articolo su Buzzfeed qualche giorno fa e sbigottivo. Perciò pensavo di parlarne qui sul blog, sperando di avere anche un possibile confronto con qualche lettore o lettrice di passaggio.

Dunque. Si parlava di allattamento al seno in pubblico, e il caso scatenante nello specifico era la foto  che una bella donna tedesca, nel pieno della sua forma, aveva postato su Instagram (riporto il link di seguito: https://www.instagram.com/p/BFaAN6omry2/?taken-by=mrsz.covert)

Breastfeeding Welcome Here

La giovane mammina è ritratta mentre, durante un matrimonio, allatta il suo pargolo di dieci mesi. Ha un vestito elegante, è truccata bene, e uno dei suoi seni è leggermente esposto. Come si può notare, fa anche una smorfia divertente.
A quanto pare non era la prima volta che sul suo profilo compariva una foto che la ritraesse durante l’allattamento, tuttavia questa, in particolare, aveva suscitato una quantità inaspettata di reazioni, nel bene e nel male, e si diceva sbalordita per questo.
Avrebbe anche coperto il figlio con qualche copertina, aveva specificato, ma il bimbo non ci avrebbe messo molto a buttarla via senza troppi problemi.

E lì, sotto al post di Buzzfeed, i commenti si erano sprecati: tantissime donne trovavano il suo gesto assolutamente naturale, dolce e soprattutto NORMALE, ma di contro un numero imprecisato di gente si diceva addirittura disgustata dal suo gesto.
“If I had to breastfeed in public”, recitavano alcuni commenti “I would have done it in a modest way.”

Alcune donne la invitavano a recarsi alla toilette per poter allattare, altre, più indulgenti, avrebbero usato una copertina traspirante per coprire il seno, altre ancora parlavano di salette apposite per l’allattamento (io non ne conoscevo l’esistenza, che qualcuno sappia in Italia ne abbiamo?!) e scagliavano improperi contro coloro che erano totalmente a favore dell’allattamento in pubblico, definendole esibizioniste.

C’è stata addirittura una tizia che ha affermato (non si sa su quale base, essendo la donna in foto un’appassionata di fitness) che coloro che allattano in pubblico ed eventualmente postano l’immagine sui social siano spesso donne in sovrappeso alla ricerca di attenzioni esterne, in mancanza di quelle non pervenute del partner.

Ora. Credo si sia già capito dalle mie prime parole da che parte mi schiero in questa questione, ma ci terrei ad analizzarla punto per punto perché mi sta davvero a cuore, e ci sono stati commenti che mi hanno davvero chiuso lo stomaco.

Punto primo: la sessualizzazione di organi che sessuali non sono, perlomeno non nello specifico.
Che io sappia il seno è stato donato dalla natura ai mammiferi con la precisa funzione di allattare i cuccioli, che siano di uomo, gatto o scimmia poco importa. Che poi nei secoli abbia assunto una connotazione sensuale ed eccitante credo abbia un’importanza marginale: nel momento dell’allattamento io, ipotetica madre, sto nutrendo mio figlio, non lo sto mettendo in cantiere.
Nonostante questo c’è stata gente capace di ribattere che se è così naturale allattare un bambino in pubblico lo è anche masturbarsi di fronte alla comunità oppure espletare i propri bisogni davanti a tutti.

Io potrei capire un discorso del genere se per riprodurci dovessimo inserire il pene in mezzo alle mammelle, ma non mi risulta che funzioni così.
“Come spiego a mio figlio che è naturale ciò che sta vedendo?”.
Non glielo devi spiegare, pezzo di rimbambita, ci arriva da sé. La masturbazione in pubblico no che non sarebbe naturale, ma vi pare davvero la stessa cosa un bimbo che si rilassa ciucciando al seno della madre e un tizio a caso che tira fuori l’augello, che so, sulla metro e inizia a produrre versi poco appropriati buttando le pupille all’indietro e producendo tutta la serie di altre reazioni che si hanno durante la masturbazione?
O anche, come si può paragonare il fare pipì in pubblico ad un bimbo che in quel momento, di fatto, sta consumando il proprio pasto?
Se credete che una donna sia esibizionista ad allattare in pubblico perché vedere i suoi seni esposti vi provoca eccitazione i malati siete voi e non di certo lei: anche un pene usato in un certo modo dà piacere, ma dubito che molte ne troverebbero eccitante uno che fa la pipì.

Punto numero due: la questione social. Capisco che qualcuno possa trovare esagerato il fatto che ormai su Facebook, Twitter e soprattutto Instagram postiamo davvero di tutto a qualsiasi ora del giorno e della notte. Ci sono miei contatti incapaci di andare a mangiare un gelato con un paio di amiche senza sentire il bisogno di documentarlo con una ventina di foto in pose che mi chiedo cosa abbiano a che fare col godersi un dolce, magari accompagnando il book fotografico con la didascalia “un pomeriggio alternativo!”, che mi porta sempre a chiedermi cosa minchia ci sia di tanto alternativo in un cono gelato.
Ciò premesso, non ho capito perché se postassi una foto in bikini, anche twerkando in modo da evidenziare il più possibile il sedere, nessuno avrebbe da ridire e se invece condividessi con altri un momento così dolce e intimo come quello dell’allattamento starei cercando attenzioni. Ma vi prego.
“Proprio perché è intimo non andrebbe sbandierato ai quattro venti”, disse colei che dopo aver messo un like alla foto di Belen che annunciava di avere la febbre mostrandosi col culo all’aria aveva appena postato un selfie #aftersex in compagnia del fidanzatino.

Punto numero tre, e qui davvero mi sbizzarrisco: il sessimo che trapela dalla maggior parte dei commenti contrari. Tizio/a X scrive che le donne che allattano in pubblico si stanno mettendo in mostra, Tizio/a Y ribatte che non si capisce come possa disturbare la visione di un seno in questa situazione se tutti troviamo normale, addirittura molto gradevole, che le donne mettano in mostra tette e culo con vestitini succinti e shorts inguinali. Tizio Z (notare l’uso esclusivo del maschile nel caso specifico) ammette di trovare molto gradevole la visione di un deretano femminile seminudo, ma di considerare la ragazza che lo mette in mostra “materiale da una notte e via, e niente di più”. E i miei nervi iniziano a ballare la Cucaracha.

Non capisco perché io, donna, dovrei desiderare di mettere al mondo la mia prole in collaborazione con una persona che divide le donne in categorie di serie A e categorie di serie B. In donne da matrimonio e donne da una botta e via. Che io sappia il fatto di volersi concedere una botta e via non preclude in alcun modo il desiderio di matrimonio e/o di maternità, né pregiudica le eventuali capacità genitoriali del soggetto in questione.

E poi nella botta e via, santo Cielo, non è compreso anche l’uomo come parte dell’azione? Se sì, perché porca miseria ladra la donna deve essere una zozza e l’uomo una persona normale che sta sfogando le proprie pulsioni nel pieno controllo della propria libertà personale?
Ma io davvero non capisco. Sono io che snobbo te, pezzo di maschilista medievale, se mi dici che non mi vorresti come moglie perché indosso una minigonna. Cosa ti fa mai pensare che a mia figlia vorrei regalare un padre del genere?

Quindi, in conclusione, mi pare superfluo ribadire quale sia la mia posizione in merito.
Ho sempre considerato l’allattamento come uno dei momenti più belli e dolci per la vita di una donna, tanto che da piccola guardavo estasiata le mamme che davano il seno ai propri bimbi in mia presenza, e a volte la mia mamma doveva addirittura scusarsi per la mia insistenza nel guardare. Di certo, però, non ero spinta da eccitazione sessuale o perversioni di altro genere.
E infine, sono una ferma sostenitrice della piena libertà dell’individuo, che finisce solo dove inizia quella altrui: dal momento che la visione, parziale poi, di un seno nudo non mi risulta abbia mai leso la libertà di qualcuno, continuerò a sostenere fermamente la mia posizione e dubito che ci siano argomentazioni che mi farebbero cambiare idea.

3 pensieri su “Di tette e d’altri racconti

  1. Io ritengo il tutto una cosa normale.
    Non caccerei ne additerei mai una donna che allatta il bambino quando ha fame. Grazie al cielo lo fanno, pensate se le nostre madri non ci avessero allattati?

    Invece mi sento di additare chi appunto spara foto sui social in stile #Escile, Belfie, in atti e pose da vero e proprio animale in cerca di riproduzione. Soprattutto quando questo animale/umano è una ragazzina che alla sua età ancora cercavo di capire a cosa servisse quell’accessorio che avevo in mezzo alle gambe.

    E si, il gesto intimo e privato da non condividere non è l’allattamento. Invece gli #AfterSex mi urtano molto.

    Mi arrabbio anche solo quando, in totale anonimato sul suo profilo di Ask dove non ha messo ne il suo nome ne una sua foto, la mia ragazza risponde a qualche domanda del tipo “qual’è la cosa.piú bella avvenuta oggi” dicendo che ha fatto l’amore con me. Perchè questo mi urta? Perchè il mondo dei social è popolato non solo da persone a cui non frega un Beagle di ciò, ma anche da persone malate che non avendo mai visto me o la mia ragazza (sono anche io su ask), se non rari scatti artistici fatti apposta per rivelare giusto una mano, un occhio, una ciocca di capelli, sono comunque eccitati dal mistero e sono certo capaci di eccitarsi anche solo leggendo quelle parole.
    Figurati cosa penso degli #AfterSex.
    Non siamo noi, ne le mamme che allattano, il problema.

    Il cancro sono i malati. I perversi.

    E te lo dico io, che sono maschio. Guardare una che allatta non mi cambia la vita. Non mi eccita. Non mi disturba.

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