È un mondo più complesso di quanto si possa credere, quello delle tettone.
Come tutte le categorie al mondo, anche noi quotidianamente ci facciamo carico, oltre che del nostro importante davanzale, anche di una serie di onori e oneri, per quanto i secondi siano ignoti ai più.
Prima di cominciare con le mie solite dissertazioni, ci terrei a precisare che mi riferisco in particolar modo a coloro che maggiorate lo sono sempre, a prescindere, che pesino 50 kg o che raggiungano i 120 in gravidanza. Non per razzismo verso coloro che sono più tettone quando ingrassano o assumono la pillola, ma insomma cercherò di essere piuttosto specifica, e per farlo devo necessariamente restringere il campo di osservazione.
Ecco, poiché pare che la società ci ritenga alternativamente delle sfacciate stronzette baciate dal dio Eros o delle sfigatelle destinate al crollo di Pompei e a poter indossare le nostre mammelle come foulard prima dei cinquant’anni, sento che è giunta l’ora di sfatare alcuni miti e creare una guida per chi quotidianamente ha a che fare con delle maggiorate.
Sfatiamo innanzitutto uno dei miti più ricorrenti: le tettone non possono dormire a pancia in giù.
Cari amici, non diciamo castronerie. Se così fosse, non avrei dormito una singola notte dal compimento dei miei quattordici anni in poi, dal momento che mi è praticamente impossibile addormentarmi in qualsiasi altra posizione. Il seno, anche il più sodo del pianeta Terra, è fatto di tessuto molle, mica di marmo di Carrara. State pur tranquilli che dormiamo come chiunque altro. E no, il giorno dopo non ritroviamo due conche nel materasso, pochi centimetri sotto il cuscino.
Tanto tu hai le tette grosse, puoi anche non dimagrire! Ovvero cosa non dire mai alla sottoscritta se non si vuole rischiare di finire nella sua lista nera per il resto dei propri giorni. Punto primo, levatevi dalla testa che un seno prosperoso nasconderà una pancia prominente: al massimo può regalare l’effetto premaman, se proprio siete ingrassate e volete confondere le acque regalandovi una mastoplastica additiva.
Per il resto sappiate che è assolutamente il contrario: specialmente se bassine, le tettone danno sempre l’impressione di essere vagamente più in carne di quanto non lo sembrerebbero se avessero una taglia di reggiseno più comune, e spesso proprio per questo devono essere più attente delle altre nell’alimentazione. O fregarsene altamente del parere altrui, che è pur sempre una buona soluzione.
Tanto tu hai le tette grosse, ovvio che avrai sempre mille ragazzi dietro! Un po’ come dire che se ho 150 punti di QI potrò superare qualsiasi esame all’Università senza aver mai frequentato una lezione e/o aver aperto libro.
Ah ragà, fatevene una ragione: il fatto che si parta da una buona base non significa successo assicurato. Nel periodo della mia vita in cui pesavo 15 kg più di adesso e, in virtù di questo, grugnivo a testa bassa in risposta a qualsiasi coraggioso mi rivolgesse la parola, non mi si filava nessuno. E non l’avrebbero fatto neanche se fossi stata Angelina Jolie ma avessi mantenuto il medesimo atteggiamento.
Ovvio che avere un bel seno, dei begli occhi, un sedere tondo aiuta. Ovvio che essere in forma attiri più sguardi che assomigliare ad una forma di Grana Padano.
Per il resto, basta sorridere di più e tirarsela di meno. Senza eccedere nell’altro senso, ovviamente (del tipo, presentarsi porgendo la patata al posto della mano non vi classificherà come fighedilegno, ma d’altra parte, ecco… no).
Ahahah tu se fai la doccia non riesci a guardarti i piedi. Ok, premettendo che ciò è vero, quando mi racconterete cosa ci trovate di tanto emozionante e divertente nella visione dei vostri alluci bagnati magari capirò cosa mi perdo. Per il resto, piccola consolazione per coloro che affermano di amare le proprie ciliegine capezzolute ma poi ti guardano le poppe come se volessero strappartele a mani nude e cucirsele addosso: consolatevi belle di mamma, almeno voi non dovete fare evoluzioni degne di un contorsionista del circo di Mosca per chiudere la cintura di pantaloni, per poi rassegnarvi, esauste, a trovare a tentoni il buco in cui infilare il bastoncino.
Tu metti sempre le scollature perché vuoi metterti in mostra! Anche no, amici cari. Ieri, ad esempio, indossavo un maglioncino a collo alto, e non è che il ritornello sia cambiato di tanto (“Elisa spostati che in questa foto ci sono troppe tette”). In effetti sono proprio gli indumenti più accollati a metterci in mostra, non il contrario, e lo sappiamo meglio noi, che di capi addosso ne abbiamo sperimentati tanti, piuttosto che voi, professori di questo gran Pirellone.
Se credete che la moda sia clemente con chi ha più di una terza, vi sorprenderò: non è così. A meno che, ovviamente, non riteniate facile trovare un vestito che vi stia bene quando portate una taglia 48 di sopra e una 38/40/massimo 42 di girovita. Specialmente se poi avete le spalle strette magari, immaginate che divertimento! Mi è capitato non so quante volte dall’adolescenza in poi di comprare un bel vestito in negozio, e di consegnarlo alla sarta pochi minuti dopo per cambiarne completamente le proporzioni. Praticamente alcune di noi dovrebbero fare shopping nei negozi di taglie forti per magliette e camicie e poi scappare da H&M ai primi saldi per comprare i pantaloni nel reparto bimbi.
Dal momento che, dunque, a darci noia con i loro capi standardizzati ci sono già i produttori di moda, almeno voi abbiate la decenza di non sfrantecare gli ammennicoli. Vi ringrazio.